2013, l’anno della trasformazione sanitaria secondo PWC

Febbraio 4, 2013 in e-Health di Oscar Lambrughi

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La tecnologia, il mercato l’andamento dei consumi hanno e stanno cambiando fortemente l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti.  PricewaterhouseCoopers ha pubblicato a gennaio il report dal titolo “Top health industry issues of 2013”, in cui si delineano i principali cambiamenti del settore sanitario che caratterizzeranno il 2013. Il report si focalizza sui trend che influenzano le riforme sanitarie, i pazienti, le società assicurative, le strutture sanitarie e le imprese dell’industria farmaceutica.
In questo post vi propongo dunque una sintesi del report che può essere utile anche per capire meglio come nel nostro Paese i mutamenti in campo healthcare vadano a influenzare le aziende farmaceutiche.

Il documento di PWC evidenzia come il cambiamento globale nelle modalità con cui verranno finanziati e forniti i servizi sanitari porterà le imprese farmaceutiche a essere messe al centro dell’attenzione per quanto riguarda le proprie offerte, che dovranno essere in grado di differenziare rispetto a quelle dei propri concorrenti all’interno di un mercato sempre più affollato ed esigente.
Alcuni risultati dell’indagine, che confermano quanto abbiamo precedentemente discusso in altri post, rivelano che:

  • La comunicazione digitale diviene sempre più diffusa. Più di un quarto dei pazienti intervistati afferma di aver comunicato con i propri caregiver via e-mail o SMS e di esserne soddisfatti.

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  • La preoccupazione per la privacy aumenta con  ’aumentare dell’accesso ai dati sanitari. Il 73% dei pazienti afferma di essere preoccupato per la privacy dei propri dati visto che il personale sanitario è oggi in grado di potervi accedere dai propri dispositivi mobili.


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  • L’impatto dei social media in sanità è sempre più evidente. Più della metà degli intervistati leggono o hanno letto delle recensioni su servizi sanitari, in particolare riguardo a medici e strutture sanitarie.

E, più in generale, si afferma che il 2013 sarà l’anno in cui le aziende maggiormente innovative riusciranno ad attrarre una più ampia percentuale di medici e pazienti, mentre le altre saranno penalizzate dalla crescente preoccupazione finanziaria legata soprattutto al fatto che i governi stanno ponendo molta attenzione sulle riforme sanitarie, in particolare per quanto riguarda il contenimento dei costi.

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Le nuove aspettative di “valore”

In questo mutato scenario sanitario, le aziende farmaceutiche devono dunque focalizzarsi nel trasmettere ai propri pazienti, una misura del valore della propria offerta, anche perché si troveranno ad affrontare una crescente competizione da parte di altri brand e dei generici. La crescente spinta alla “genericizzazione” è evidente, per esempio negli Stati Uniti l’80% dei medicinali prescritti appartengono a quella categoria e in Europa i governi li stanno progressivamente incentivandone l’utilizzo .

I pazienti sono in grado di formulare un giudizio personale sui farmaci e sul proprio stato di salute, reperendo autonomamente online un sempre maggior numero di informazioni.

Negli Stati Uniti, le aziende farmaceutiche stanno iniziando a sviluppare dei contratti di tipo “outcome based” con i propri partner, ovvero dei contratti basati sui risultati, che dimostrino l’efficacia dei propri trattamenti.
La collaborazione fra EMD Serono, divisione biofarmaceutica di Merck, e la società assicurativa Cigna fornisce il primo esempio di quest’ultima tipologia di contratto . La collaborazione ha come obiettivo quello di aiutare le persone affette da sclerosi multipla nel prevenire eventuali ricadute promuovendo la corretta assunzione del medicinale Rebif di Merck. Poiché ogni ricaduta può causare ulteriori danni neurologici irreversibili nelle persone con sclerosi multipla recidivante; altro obiettivo è quello di aiutare a ritardare la progressione della malattia e della disabilità potenziale attraverso i servizi integrati di CIGNA. Il risultato complessivo della partnership è quello di minimizzare i costi causati della non aderenza alle terapie e di dimostrare la superiorità del medicinale nel prevenire l’ospedalizzazione del paziente e, di conseguenza, il costo sanitario correlato. Cigna, infatti, ha fornito dati che dimostrano che Rebif ha effettivamente aiutato a ridurre le ospedalizzazioni del 43% durante il primo anno del contratto con EMD Serono.

Altro esempio significativo di collaborazione è quello della partnership di cinque anni stipulata tra Pfizer e la società assicurativa Humana che si focalizza sul miglioramento del trattamento e della gestione di patologie cardiovascolari croniche e Alzheimer.

Vi è dunque un crescente interesse da parte delle società assicurative alla cooperazione con le aziende farmaceutiche, infatti, il 43% delle assicurazioni intervistate da PWC ha affermato di poter beneficiare di una partnership e condivisione di dati con le aziende farmaceutiche.
Vi è un’altra modalità con cui le aziende farmaceutiche possono effettivamente comunicare la loro offerta in termini di valore, ovvero attraverso gli studi di efficacia comparata dei trattamenti.
In Germania, se un’azienda non riesce a dimostrare che una nuova terapia fornisce dei benefici clinici superiori rispetto a trattamenti già esistenti, la percentuale di rimborso corrisposta ai pazienti sarà pari a quella delle terapie clinicamente equivalenti pre-esistenti sul mercato .

Infine, le aziende farmaceutiche potrebbero collaborare con gli organi regolatori fin dal principio dello sviluppo di nuove terapie. Ad esempio Novartis, nel sviluppare il suo trattamento per la psoriasi, ha collaborato con la britannica NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) nella progettazione della fase sperimentazione, nella scelta dei trattamenti con cui compararsi in termini di efficacia, nella selezione dei gruppi di soggetti per i propri studi e per la valutazione economica dei risultati. Successivamente a questo progetto “pilota” eseguito con Novartis, NICE ha sviluppato un programma di consulenza a pagamento per altre aziende farmaceutiche che volessero lo stesso tipo di sostegno.
I principali punti d’interesse per le aziende pharma in sintesi sono :

  • Essere in grado di fornire dati consistenti e affidabili sull’efficienza in termini di costo agli attori che sono responsabili dell’acquisto: possono essere raccolti grazie a partnership per la condivisione di dati e a contratti di tipo “outcome-based” con le aziende assicurative.
  • Utilizzare ogni possibile fonte di dati per raggiungere una comprensione profonda e completa dell’impatto chi il proprio trattamento ha sul paziente: vi sono infatti delle fonti preziosissime che non vengono sempre sfruttate e che potrebbero andare a completare le informazioni sulle terapie, come ad esempio i dati che si possono trovare nelle cartelle cliniche in formato elettronico, in un registro dei pazienti, in studi nutrizionali, sui social media o raccolti attraverso device medici.
  • Comunicare il valore della propria offerta negli studi clinici, includendo una componente informativa sull’efficacia comparata e associando i propri farmaci a situazioni sintomatiche significative per i pazienti che ne potrebbero beneficiare maggiormente.

 

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